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29/02/2024 - NOTA TECNICA



29/02/2024 - Zona Fiorenza - Piateda (SO) FOTO: Jonatan Fendoni

29/02/2024 - Zona Montagna in Valtellina (SO) FOTO: Giampaolo Palmieri

Quest'inverno, come ormai sempre più frequentemente negli ultimi anni, si è presentato mite con frequenti “bolle di caldo” che hanno risvegliato presto, sia la vegetazione, che gli alveari, ma con una certa differenziazione nel territorio.

E’ stata, come sempre, la zona retica di media montagna quella che ha registrato le situazioni più eclatanti, mentre il fenomeno è stato più contenuto nel fondovalle dato il ristagno di aria più fredda e quindi più pesante e nella zona orobica per la minore esposizione solare.
Un vantaggio? 
Sì e no perché, se gli alveari sviluppano troppo precocemente la covata, non solo si espongono di più alla Varroa, ma soprattutto corrono il rischio di non riuscire a gestire bene i ritorni di freddo. Nella ripresa di fine inverno spesso le famiglie sono incentivate a fare “il passo più lungo della gamba”, cercando di allevare più covata di quella che riescono ad accudire. Il problema si amplifica nei giorni di brutto tempo. 
E’ forse il periodo più delicato per la vita di un alveare.

Piogge prolungate possono dilavare i fiori del polline, ma soprattutto costringere le api a fermarsi nella raccolta e utilizzare quello recentemente immagazzinato giacché ben poco viene tenuto di scorta da una stagione all’altra. In questa fase sono soprattutto le scorte di miele il vero tallone di Achille. La presenza della covata, soprattutto se estesa, implica un notevole consumo di zuccheri. Non tanto per l’alimentazione diretta della covata, quanto per il consumo delle “api di casa” impegnate a scaldare l’area nursery.


Cosa fare: tenere a disposizione delle famiglie il candito nel coprifavo, stringere le famiglie ai soli favi che il glomere riesce a coprire (in questo periodo l’uso intelligente dei diaframmi è molto importante). Disopercolare un po’ per volta i favi che si possono allontanare ponendoli oltre il diaframma affinché le api li “asciughino” dal miele per trasportarlo nell’area di covata. Quest'ultima operazione è da effettuare ponendo molta attenzione al rischio di saccheggio anche se in questo periodo le api sono poco incentivate a tale pratica. Infine è buona cosa mantenere la coibentazione nel coprifavo per limitare la dispersione di calore.