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09-12 -2022 Nota Tecnica



L’impressione che quest’anno si chiuda con consistenti perdite del patrimonio apistico diviene, ahimè, sempre più forte. Molte le cause: l’andamento climatico ha favorito lo sviluppo della Varroa, ma anche i presidi sanitari utilizzati per contenere il parassita cominciano ad essere armi spuntate. Il principio attivo amitraz presente nelle strisce di APIVAR e di APITRAZ pare superato da ceppi di Varroa divenuti resistenti a tale prodotto chimico. Anche gli “evaporanti” e in particolare quelli a base di acido formico, sono stati di difficile applicazione in un’annata caratterizzata da anomale ondate di calore. Le re-infestazioni quindi hanno avuto un impatto maggiore perché complessivamente più ampia era la popolazione del parassita nel territorio. Quest’anno poi era presente negli alveari anche un certo grado di virosi, si notava in particolare quella della “paralisi acuta”. Non è da escludere anche la presenza di Nosema ceranae, anzi secondo alcune indagini questo patogeno deve essere considerato come sempre presente. La Varroa è quindi un nemico dell’alveare che ormai da diversi anni deve essere considerato come l’elemento di rottura di un quadro clinico già reso difficile da patogeni che già minavano la sanità dell’alveare. Le famiglie infatti ora vanno in crisi con un numero molto più ridotto di Varroe rispetto ad una decina di anni fa. Giungono segnalazioni di apicoltori che si sono visti improvvise riduzioni della popolazione ed arnie completamente svuotate di api e covate abbandonate segni inequivocabile dell’azione della Varroa.
Consigli: 
1 – Le famiglie con scarsa popolazione sono molto più soggette a rischio con il freddo. E’ quindi opportuno coibentare le arnie, soprattutto nel coprifavo e, nel caso di disporre di una giornata relativamente calda, di stringere i nidi per favorire ulteriormente il mantenimento del calore e ridurre l’umidità. 
2 – Anche a fine novembre e inizio dicembre si sono notate api che rientravano con polline e nei prati ancora qualche fiore visitato dalle api. Per quanto minima la disponibilità di polline è comunque opportuno non fornire candito nel mese di dicembre per non incentivare l’allevamento di covata che favorirebbe la Varroa presente e indebolirebbe ancor più la famiglia.
3 – Per evitare che gli alveari entrino nel 2023 con una carica eccessiva di Varroa sarebbe opportuno effettuare a dicembre o nei primi giorni di gennaio un trattamento con un sublimatore, verificando anche la caduta che si registra negli alveari. E’ opportuno effettuare il trattamento nelle ore centrali di una giornata in cui la temperatura e l’umidità siano relativamente alte in modo che il glomere non sia troppo serrato e il sublimato sia più efficace. 
GP