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23-05-2024 - NOTA TECNICA



Le belle e calde giornate d’aprile e le conseguenti fioriture superlative (soprattutto quelle dei salici e dei ciliegi) hanno portato gli alveari a uno sviluppo ottimale.  Il repentino passaggio a una condizione di forte instabilità meteorologica alla fine dello stesso mese ha però costretto le famiglie alla clausura, spesso provocando sciamature soprattutto là dove non si sono operati costanti interventi per il contenimento del fenomeno.

La situazione climatica avversa è poi proseguita anche nel mese di maggio. Particolarmente compromessa la raccolta sulla fioritura della Robinia pseudo acacia. Questa è iniziata in concomitanza di un abbassamento termico tale da ritardare la “montata” del nettare di questa essenza al di là dell’usuale.

Poi le api, localmente, hanno avuto occasione di lavorare solo per brevi intervalli nelle tregue dalle piogge frequenti. L’entità della raccolta varia da zona a zona in funzione della presenza della Robinia, assestandosi su un quantitativo che va dal mezzo melario al melario. Le famiglie si sono trovate a lavorare come Penelope: con il sole accrescevano le scorte e con la pioggia consumavano e riducevano quanto già posto a melario.

In realtà, come spesso accade quando c’è raccolta su questa pianta, il nido viene intasato di miele sia per avere più ampio spazio per deumidificare il nettare ma soprattutto per ridurre sino a quasi bloccare la covata e indurre molte api di casa, deputate alla cura della covata, a diventare bottinatrici. Un modo, cioè di recuperare forza-lavoro per una raccolta considerata strategica per l’alveare.

Le famiglie che hanno quindi queste scorte possono affrontare il periodo di instabilità meteorologica previsto ancora per i prossimi giorni con una relativa tranquillità per quanto riguarda la loro sopravvivenza. Non è così per gli alveari posti sopra gli 800 – 1000 metri, ovvero sopra le stazioni più alte della Robinia e che quindi dispongono di poche scorte.

Pertanto, si consiglia sino a che il tempo non si stabilizzi, di nutrire sia gli alveari in quota sia, più in generale, i nuclei e gli sciami poiché sono più esposti alle carenze alimentari.

La fioritura dell’acacia è finita da diversi giorni nel fondovalle, è ancora attiva da quota 600 a quota 800 ma la pioggia odierna probabilmente ne decreterà il rapido esaurimento.