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14-06-2024 NOTA TECNICA



Siamo all’ultimo miglio per la produzione 2024. Lo scorso anno, dopo un periodo pessimo, i melari si sono riempiti solo grazie al Tiglio, Castagno e alle altre fioriture di tarda primavera-inizio estate. Purtroppo, diventa sempre più frequente questo “salvarsi” in “Zona Cesarini”. Considerando che gli apiari posti nel fondovalle valtellinese possono considerare conclusa l’annata produttiva intorno alla fine della prima decade di luglio direi che la speranza di realizzare qualche cosa diventa sempre più flebile. Se poi si guardano le previsioni meteorologiche, si affievoliscono ulteriormente. Inoltre, anche gli alveari non sembrano essere ad un livello di efficienza tale da permettere una copiosa produzione in pochi giorni nel caso in cui si stabilizzassero le condizioni meteorologiche.

Quest’anno le condizioni climatiche sembrano farsi beffa degli apicoltori: eccellenti condizioni dall’uscita dell’inverno sino ad inizio primavera. Le famiglie si sono sviluppate bene ed erano pronte per una raccolta sulla Robinia pseudo-acacia. A cavallo fra aprile e maggio le condizioni meteorologiche sono cambiate (come spesso accade) e ha costretto famiglie forti all’immobilità indirizzando così la loro forza e vitalità verso la sciamatura e quindi alla necessità di continue visite per contenerla.

La limitata raccolta di miele di acacia e della fioritura primaverile è più che altro servita alle famiglie per affrontare con una certa serenità tutta l’instabilità climatica di maggio e giugno.

I nuclei e gli sciami che non avevano tale “fieno in cascina” si sono dovuti nutrire.

In molte postazioni situate a quote più elevate l’instabilità climatica ha colpito pesantemente anche le famiglie, tanto che i favi laterali sono risultati spesso privi di scorte.

Le recenti piogge hanno poi riportato la neve a 1800 – 2000 m. di quota!