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24-01-2023 Nota tecnica



L’ inverno 2022-23 è considerato fra i più caldi registrati degli ultimi anni. Una stagione che è stata preceduta da un autunno già di per se calda: molte piante hanno trattenuto le foglie più a lungo del solito e nei prati si sono avute fioriture protratte come si è notato poche volte. L’erba, in molti luoghi, è rimasta verde anche in dicembre. Non sono mancate a dicembre e in particolare a gennaio le ondate di gelo anche intenso. Forse quest’anno, al contrario di quelli precedenti, l’alternanza delle “bolle di caldo” e le discese di aria polare si sono alternate così rapidamente che le fioriture classiche di questo periodo (nocciolo, calicanto , nespolo) sembrano meno prorompenti e generose di polline. L’amico Cristian Moretti ad esempio mi segnala di aver osservato api che raccolgono farina data per l’alimentazione dei polli: una situazione che spesso avviene quando le api non trovano sufficiente polline da raccogliere.

Ma anche le famiglie, quest’anno, sono comunque poco “prorompenti”, in alcune zone la Varroa ha decimato apiari, in molti altri i danni sono stati più contenuti ma il parassita ha ridotto la consistenza delle popolazioni per cui si hanno famiglie più piccole e meno vitali.

Esaminando i cassettini antivarroa e raccogliendo le osservazioni di alcuni amici ho l’impressione che globalmente anche le covate sono partite con un certo ritardo rispetto allo scorso anno. Anzi credo che in diverse zone della Valtellina, quelle più in quota o nelle aree meno esposte (e quindi più in ombra), sia ancora possibile effettuare un trattamento sublimato con una discreta efficacia. Ricordo che questo trattamento di contrasto alla Varroa dovrebbe essere effettuato con una temperatura dell’aria superiore ai 10 gradi C° (quando cioè il glomere è sciolto) e con un tasso di umidità abbastanza alto per rendere più efficace l’azione del vapore del principio attivo “acido ossalico”.

Nelle zone bene esposte le perdite di peso degli alveari sono abbastanza significative. Consumi che fanno presupporre anche la presenza di covata.

In questa prima fase è opportuno sostenere le famiglie con candito semplice. Verso la metà di febbraio potrebbe essere interessante ed opportuno passare ai canditi proteici per stimolare la deposizione di covata. Vero che attualmente in alcune zone c’è carenza di disponibilità di polline ma, a mio avviso, i ritorni di freddo possono ancora manifestarsi e non è quindi il caso stimolare troppo anticipatamente la deposizione.