29-04-2025 NOTA TECNICA di Giampaolo Palmieri
Nel periodo autunnale in molti apiari si sono registrate delle perdite consistenti, potenzialmente dovute al Nosema (in particolare al Nosema ceranae). Gli alveari indeboliti sono stati saccheggiati da quelli più forti che hanno così notevolmente accresciuto le loro scorte ed affrontato bene l'inverno.
Le fioriture di fine inverno e quelle primaverili hanno poi permesso una bella ripresa con una crescita ottimale delle famiglie. In particolare, le fioriture del ciliegio e del tarassaco coincidenti con un prolungato periodo di stabilità climatica e temperature miti, hanno impresso una notevole spinta sulle covate, rendendo gli alveari forti e popolosi grazie alla continuità dell'importazione.
Ora sta iniziando la fioritura della Robinia pseudo acacia.
Una fioritura che è sempre stata considerata particolarmente importante per l'apicoltura, sia per il pregio riconosciuto al miele di acacia da parte dei consumatori, sia per il potenziale mellifero della specie, con una resa per ettaro degna di nota.
Da diversi anni però non è più così: la coincidenza di situazioni meteo instabili in concomitanza con questa fioritura spesso impedisce il realizzarsi delle nostre aspettative.
Le api, in genere, iniziano la raccolta alla montata del nettare che spesso non coincide con il manifestarsi dei fiori. La presenza di nettare e la sua quantità dipende essenzialmente dalle temperature notturne: sotto i 10 gradi è scarsa o addirittura assente. Il sito "3B meteo" prevede temperature che sfiorano tale soglia dando quindi la speranza di un minimo di raccolta.
Eventuali brevi piogge favoriscono l'umidità del terreno e quindi anche la produzione di nettare; i fiori di robinia sono però piuttosto delicati, per cui le precipitazioni accorciano in modo significativo la loro durata.
Come detto in premessa, gli alveari sono ora forti e popolosi e richiedono la massima attenzione per evitare la sciamatura; fenomeno naturale, che rischia però di indebolire le famiglie riducendo la loro capacità produttiva in questa fase interessante di potenziale raccolta. Occorre quindi esaminare regolarmente i nidi e asportare le eventuali celle reali presenti.
Altro fatto rilevante segnalato da diversi apicoltori è che regine prodotte tardivamente lo scorso anno, in alcune zone, hanno avuto fecondazioni insufficienti o comunque situazioni di allevamento non ottimali per cui sono state sostituite o soggetto di sciamatura come se fossero regine più anziane.
Si segnala infine che quest’anno la fioritura dell’ailanto è stata consistente e prolungata e si spera che abbia dato il suo contributo alla produzione.