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15-12-21 - NOTA TECNICA



I picchi di freddo di questo periodo non dovrebbero avere grossi effetti su gli alveari se non sono stati resi deboli da un forte attacco di Varroa. Anche le mortalità per fame, quell'ora dovessero registrarsi, sono più probabili da gennaio a fine inverno.
Il benessere dell'alveare passa attraverso una buona preparazione all'invernamento e quindi alla protezione dello stesso da un'umidità eccessiva. E' come succede a noi: il caldo ed il freddo sono più o meno sopportabili in relazione all'umidità.
La riduzione dei favi dell'alveare in autunno serve per diminuire la superficie di condensazione dell'umidità. Le celle vuote, fredde perché le api si sono ritirate in glomere, arrivano addirittura ad essere bagnati dalla condensa. In questa pellicola vanno a disciogliersi le molecole di zucchero rimaste sulle superfici dei favi e nelle cellette. Si forma così uno strato trofico, un terreno di coltura ottimale per micosi. Non è infatti raro a fine inverno trovare favi che presentano colorazioni "strane": è micosi cioè funghi microscopici (muffe) che stanno fiorendo per disperdere le loro spore.