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30.01.2022 Nota Tecnica



In questa fase di fine inverno le situazioni degli alveari sono molto differenti in funzione della collocazione dell’apiario, ma ormai le covate sono partite anche nel versante orobico, più sacrificato nell’esposizione soliva, e nelle zone della Brianza dove le nebbie hanno ridotto l’insolazione. Roberta, ad esempio, nella monzese segnala la presenza di belle rose di covata, con uova e celle opercolate, su entrambi i lati di due favi in ogni famiglia.
Il risveglio delle famiglie è sostenuto da fioriture che, complice l’alta pressione, giornate luminose e fotoperiodo in crescita, si stanno sempre più presentando alla ribalta. Un ruolo di primo piano comunque spetta al nocciolo che quest’anno presenta un fioritura quanto mai lunga e ricca ma ormai incominciano a essere presenti anche i fiori prativi e timidamente compaiono anche i primi timidi fiori di Tarassaco.
Il questa fase è opportuno non far mancare del candito alle famiglie ed in particolare ai nuclei.
Diversi apicoltori con apiari in zone calde e soleggiate, come spesso si trovano sul versante retico, hanno riscontrato covata già a metà dicembre e ciò ha suscitato in loro apprensione per un blocco di covata risultato così breve e contenuto. Secondo alcuni ricercatori le covate invernali sono tenute a temperatura più basse del normale e appena sufficienti per lo sviluppo delle larve e, specie al nord, non ottimali per lo sviluppo della varroa. In alcuni ambiti tecnici viene comunque proposto un blocco di covata invernale mediante confinamento della regina come si effettua nel periodo estivo. Una tecnica improponibile al Nord e soprattutto in area alpina e, come detto (ma è da verificare) forse neppure necessaria.