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01-07-2022 Nota Tecnica.



I boschi di entrambi i versanti hanno perso quei riflessi dorati che la fioritura dei Castagni donava a loro. Ormai negli apiari del fondovalle non c’è più il profumo del nettare di castagno che si poteva percepire camminando fra gli alveari. Le recenti piogge hanno però permesso di prolungare di qualche giorno l’attività di raccolta delle api rivitalizzando la vegetazione e in particolare le fioriture erbacee. I segni di un attività ancora relativamente vivace comunque non mancano: il via vai alle porticine è ancora intenso anche alla sera e gli alveari non fanno ancora “la barba”. Le famiglie più forti, sfruttando la verticalità dei versanti, riescono poi a portarsi in quota dove sono ancora attive diverse fioriture. Analizzando i dati degli alveari posti sulle bilance si nota che dopo i forti temporali si nota un calo nel raccolto: sembra che le api ogni volta devono poi ritrovare un nuovo areale di raccolta per ritornare produttive. Effettivamente ci troviamo in un periodo climatico complesso: molto caldo inframezzato da piogge anche violente: tutti elementi che tendono a raccorciare la vita di un fiore. Nelle valli laterali, un po’ più protette e meno esposte, sopra quota 600 perdurano un po’ di più fioriture del rovo, e troviamo ancora un po’ di Tiglio, più in alto, negli alpeggi il Poligonum bistorta, l’Epilobium e in molte zone è ancora attiva la fioritura di Rododendro.

Nella zona del Lago di Como la situazione è leggermente diversa: anche qui le fioriture alle quote più basse sono praticamente finite, nella fascia superiore, dai 600 fino a 1200 troviamo che la fioritura del Rovo è praticamente esaurita e anche le fioriture erbacee come quella del Poligonum bistorta sembra ormai conclusa, nelle stazioni più alte del Tiglio si trovano ancora piante in fioritura e l’attività degli alveari sembra ancora abbastanza intensa.